Tristi mercatini di Natale

Che tristezza i mercatini di Natale quest’anno, sono stato un frequentatore assiduo, ma da un po’ di tempo questi e anche altri mercatini mi mettono solo tristezza.

Fino a qualche anno fa erano pieni di proposte autentiche di prodotti artigianali, creativi, ora sono solo una “Sagra della miseria” messa su da persone che veramente non sanno più come fare a campare.

E allora tirano su un banchino con gli oggetti della nonna ai quali non riconoscono più un valore: servizi da caffè, tovaglie ricamate, ecc. oggetti questi sì con un valore e una storia, messi da parte per far posto al made in china dell’Ikea.

Tristissimi questi mercatini, ridotti a sparute bancarelle di immigrati tutti con le stesse merci.

Altri prodotti molto comuni l’artigianato improbabile fatto in casa, per non parlare delle decorazioni natalizie di importazione che di natalizio hanno poco o nulla perché provenienti da paesi dove non esiste tradizione e cultura del Natale, ma la manodopera costa poco o nulla.

Tutto questo toglie all’evento il contenuto, il significato e lo spirito per il quale è stato organizzato.

Pasolini su Valle Giulia

II PCI ai giovani!!

È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati…
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.

Pier Paolo Pasolini

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